Diritti dei bambini in Giappone
C’e un crescente numero di cittadini nel mondo intero che vede il Giappone non come una societa’ armoniosa ed altamente istruita, ma piuttosto come un paradiso per la sottrazione internazionale dei minori .Un genitore giapponese che vive all’estero sa bene che se scappa e ritorna al suo paese con i figli avra’ a che fare con un tribunale che si rifiutera’ di far rispettare eventuali sentenze di affidamento di un tribunale straniero e soprattutto gli affidera’ il minore che ha sottratto.
E’ questa probabilmente la ragione per cui il Giappone non ratifica la Convenzione dell’Aja sugli aspetti civili della sottrazione internazionale dei minori. E forse non e’ un caso che il Giappone sia il solo paese che, pur avendo firmato La Convenzione Internazionale sulla eliminazione della Discriminazione Razziale, si rifiuta di mettere in atto le leggi non discriminatorie. Nel Gennaio 2004, gli Ordini Degli Avvocati Giapponesi hanno presentato un documento di 218 pagine alle Nazioni Unite esprimendo preoccupazione riguardo al mancato rispetto da parte del governo giapponese delle norme della Convenzione sui diritti dell’infanzia che il Giappone ha firmato e ratificato . Il rispetto di questi trattati richiederebbe cambi importanti nel modo in cui i tribunali di famiglia amministrano attualmente la giustizia, come e’ stato evidenziato in un documento recentemente presentato alle Nazioni Unite da un gruppo organizzato da CRN Japan.
Anche gli Stati Uniti, il piu’ stretto alleato del Giappone, descrivono chiaramente e dettagliatamente la situazione in numerose pagine web del Dipartimento di Stato ed in una lettera ai genitori vittime di sottrazione di minore; benche’ argomenti come il diritto di visita e il pregiudizio nei confronti di genitori non giapponesi nelle decisioni riguardanti l’affidamento, non vengano specificatamente discussi , incoraggiamo comunque a leggere questi documenti del Dipartimento di Stato americano molto attentamente.
In Giappone il possesso equivale all’affidamento
E’ noto fra gli avvocati di diritto di famiglia in Giappone che se moglie e marito sono in rottura (poiche’ l’affidamento congiunto e’ illegale se non sposati), uno dei genitori puo’ improvvisamente prendere il bambino dalla casa di famiglia, fuggire e nascondersi.Su questo, ci sono molti casi documentati fra coppie giapponesi ed internazionali .Se questo genitore puo’ nascondersi a lungo, allora il sistema legale giapponese e il tribunale di famiglia appoggeranno questa “situazione” sulla base del fatto che si e’ ormai creato un “ ambiente stabile” e percio’ favorevole per il bambino. I Tribunali di Famiglia incoraggiano questa situazione ulteriormente non concedendo diritto di visita se e’ in corso una causa per divorzio o affidamento, che richiede in genere molti anni per la sua risoluzione. Il tribunale alla fine decide basandosi su questo “ambiente stabile” che esclude un genitore, e che il tribunale stesso ha contribuito a creare. Cosi’, di fatto il Giappone legalizza a tutti gli effetti il rapimento da parte dei genitori.
Per risolvere problemi legati all’affidamento bisogna naturalmente farlo attraverso il Tribunale di Famiglia Giapponese. .Ma quando uno solo dei genitori e’ giapponese il Tribunale di Famiglia concede quasi sempre l’affidamento al genitore giapponese.Se il bambino e’ registrato sul Certificato di Famiglia (koseki) un tribunale non lo cancellera’ solamente per dare l’ affidamento ad uno straniero. Per queste ragioni molto spesso il Tribunale di Famiglia giapponese viene tacciato di discriminazione razziale.
Inoltre, genitori stranieri sono decisamente svantaggiati a causa delle leggi sull’ immigrazione.Queste leggi non danno possibilita’ di avere un permesso di soggiorno al genitore che non ha l’affidamento, cosi’ di fatto il genitore non puo’ vivere e lavorare in Giappone. Ai genitori stranieri e’ cosi’ impedito di vivere nello stesso paese dei figli e questo crea molti altri ostacoli quando il genitore cerca di vedere i figli oppure intenta una causa legale per far rivalere i suoi diritti e dei suoi figli.
Un altro problema e’ legato al fatto che il tribunale di famiglia non coinvolge psicologi e non prende in considerazione l’ipotesi di una possibile violenza sul minore da parte di un genitore giapponese quando decide sull’affidamento. A causa di questo, una moglie od un marito che abbiano subito violenze evitano di cercare aiuto per paura che il coniuge violento/a scappi con i figli.
In Giappone il diritto di visita e’ quasi inesistente ed impossibile farlo rispettare
Una volta che il minore e’ affidato al genitore giapponese, oppure nel caso di genitori non sposati, per i quali l’affidamento va alla madre quasi automaticamente, lo stesso Tribunale di Famiglia decide sui diritti di visita. Un Tribunale generalmente concede solo poche ore di visita per ogni mese e di solito non permette al bambino di uscire dal paese per andare a trovare i suoi parenti. Â In un caso specifico, nonostante un genitore straniero avesse l’affidamento, confermato dalla Corte Suprema del Giappone, non riusci’ a riavere il bambino dall’altro genitore ed ottenne un diritto di visita di una sola volta l’anno.
La sola possibilita’ e’ di fare ricorso al Tribunale di Famiglia.Purtroppo l’iter dura molti anni, ovviamente senza diritti di visita in quel periodo.Anche dopo una sentenza, ne’ il tribunale ne’ tantomeno la polizia faranno rispettare il diritto di visita e le decisioni sull’affidamento. Per cui, indipendentemente dalla decisione, un genitore giapponese che non vuole cooperare dispone di fatto della possibilita’ effettiva e permanente di rapire il figlio ed impedirgli qualsiasi contatto con l’atro genitore di fatto tagliato fuori. Questa e’ semplicemente sottrazione minorile legalizzata. E’ di fatto una diretta violazione della responsabilita’ del Giappone di assicurare regolare diritto di visita in accordo con la Convenzione sui diritti dell’infanzia delle Nazioni Unite, che il Giappone ha ratificato nella sua interezza il 22 Maggio 1994.
Il caso piu’ esemplare di questa practica "tipicamente giapponese" e’ niente altro che l’ex Primo Ministro Junichiro Koizumi, il quale secondo il Washington Post, LA Times, ed altre fonti, ha negato alla sua ex moglie qualsiasi contatto con i loro due figli affidati a lui dal momento del loro divorzio molti anni or sono.
Il sito “Japan Children`s Rights Network”
Questo sito fornisce informazioni e spiega le ragioni che fanno del Giappone un paradiso per la sottrazione dei minori. Si possono leggere i singoli problemi e i cambiamenti che vorremmo vedere, compreso il modo con cui si amministra giustizia nei Tribunali di Famiglia giapponesi. Questo sito vuole fornire assistenza ed aiuto a quelle persone che sono colpite dal triste stato dei diritti dei bambini in Giappone. Da’ la possibilita’ ai bambini di cercare i genitori con i quali hanno perso contatto e serve anche a mettere in guardia contro eventuali problemi ed in quel caso fornisce suggerimenti su come cercare di risolverli. Per queste ragioni dovrebbe essere letta da chiunque consideri la possibilita’ di sposarsi con, o divorziare da, cittadini giapponesi.