pensate, cari amici delle tenebre, che questo giocattolo era lungo circa un metro!!! un vero titano nel mondo dei giocattoli! ed era ispirato all`omonimo film sempre del 1980. ( mai visto personalmente ).
ma questo mega coccodrillone in realtà era una sorta di "gioco di società" dove i giocatori, da due a quattro, dovevano riempire la bocca del mostro con oggetti di natura urbana quali bidoni della spazzatura, fin che questa non scattava per il troppo peso con un potente morso decretando la fine del gioco.
ovviamente perdeva il giocatore che per sfiga si trovava ad aggiungere gli ultimi oggetti di troppo facendo scattare quella bocca, e rischiando, tra l`altro, di perdere anche la propria mano! aha aha aha aha!
il tutto tramite una tabella del destino simile a quella del gioco Brivido.
il problema è che quella bocca non era in gomma, ma in plastica dura, e non so se avete presente la robustezza delle plastiche di una volta! la paura secondo me era tangibile! io avrei avuto paura! vai te a mettere una manina di quando avevi sei anni dentro a delle fauci acuminate, e a scatto, fatte della plastica degli anni 80! ma avete presente la purezza di quelle plastiche? erano dure come la bachelite! non le rompevi neanche con un martello. più che un giocattolo era una sorta di patibolo! se ce l`avevi era inevitabile che prima o poi perdessi tutti i tuoi amici; nessuno, una volta provato, avrebbe più voluto giocarci: ti chiavava via una mano!
un gioco a dir poco elettrizzante! sicuramente giocarci voleva dire provare forti emozioni!
ma, secondo voi, si poteva veramente chiamare "gioco "? io direi più che altro: " un regalo di Natale in stile Jack Skellingthon! " era terrificante, ecco cos`era!
che bella ideal che avevano avuto quelli della Ideal! probabilmente amavano più Halloween che il Natale! aha aha aha aha aha aha aha! proprio come Jack!
che bello, la notte di Natale, mentre ci si fa esplodere i denti con un torrone di pietra, farsi frantumare pure una mano da Alligator.
ma i bambini di una volta non erano come quelli di oggi, erano indistruttibili! nessuno, me compreso, utilizzava il casco in bicicletta, e di testate ne ho prese a iosa! sì, è vero, oggi mangio jiggler e plastica, e ho il cranio ondulato ma non credo che dipenda da quelle testate.
e poi, ginocchia sbucciate, cadute dai muretti, schegge di ogni tipo, graffi e zuffe con gli amici nei giardini.
oggi i bambini sono impegnati tutto il giorno fino a sera, prima a scuola e poi con mille attività diverse, mentre allora la vita era più verace, e si passava da una puntata sfuggente di Daltanious a corse in bicicletta e giochi all`aperto. poi si tornava a casa pieni di graffi ed affamati e si faceva merenda guardando Vultus 5 o gli altri cartoni che popolavano le reti locali dove ci si immergeva nella quotidianità giapponese; nelle viuzze dei quartieri giapponesi fuori Tokio che erano simili alle nostre. dove viveva Ataru Moroboshi vivevamo anche noi, la stanza di Moroboshi era come la nostra, con la radio mangiacassette e i poster; il quartiere di Carletto il principe dei mostri era come il nostro. era il mondo degli anni settanta ed ottanta quando i bambini vivevano come in un cartone animato e si comportavano come i loro protagonisti, e come avrebbero sempre sognato di comportarsi anche i bambini giapponesi che vedevano in quei personaggi quello che avrebbero voluto essere ma che non potevano essere perchè la loro società non glielo permetteva. e invece noi eravamo degli scatenati perchè potevamo gridare in strada e giocare a pallone dove volevamo! e una pallonata in faccia non poteva farti male perchè Roky Joe prendeva mille cazzotti a ripresa e non piangeva mai. e noi ingenuamente quelle pallonate ce le prendevamo tutte, cosa che, come dicevo poc`anzi, i bambini giapponesi, nella realtà, non avrebbero mai osato fare, come del resto urlare a squarcia gola in strada o scavalcare una rete per trovare un posto dove giocare a scrocco a pallone.
ma i bambini di una volta eravamo indistruttibili, come del resto i loro giocattoli. nessun genitore si preoccupava della pericolosità dei giocattoli. compravano ai propri figli giocattoli in latta che una volta rotti diventavano delle lame di rasoio, robot in ferro pesante con corna acuminate, e giochi in scatola dove si imparava a fondere i soldatini in piombo!
Alligator era parte di quel mondo, era un giocattolo di quei tempi, fatto per i bambini indistruttibili di allora.
ed ora, dopo queste perle di saggezza, scusatemi ma vado a mangiarmi qualche giocattolo di plastica, magari il castello dei Sectaurs. come vedete, nonostante le testate prese in tenera età, il mio cervello è diamantino, un orologio perfetto che scandisce pensieri ed idee che si manifestano in azioni tangibili quali mangiare giocattoli di plastica.
come sono contento di non aver messo il casco da piccolo!
una volta, proprio nei primi anni ottanta, un mio grande amico ha preso una chiave inglese in ghisa e me l`ha spaccata in testa pernchè diceva che mi vedeva come un mostro meccanico di Micene! che anni fantastici!
al prossimo monster time!! alligatori!!!
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