23/08/2011 11:36:35
bha. da http://www.internationalpost.it/int/?p=1136
"E’ stata approvata con voto bi-partizan la legge Levi che si propone di regolarizzare i prezzi del mercato dei libri, sia cartaceo che quello digitale dei famosi eBook.
Secondo la normativa presentata da Ricardo Franco Levi le librerie, anche e soprattuttto quelle online, non potranno più applicare sconti superiori al 15% sul prezzo di copertina, con la sola possibilità di un 20% nel caso in cui l’offerta sia presentata durante una fiera del libro o sia destinata a organizzazioni senza scopo di lucro, biblioteche, musei pubblici , università e del 25% solamente nel caso di campagne realizzate direttamente dagli editori, a patto che la promozione non perduri per oltre un mese e non venga lanciata in concomitanza con il periodo natalizio, considerato da sempre un ottimo periodo per la vendita, in cui non sarà più possibile fare sconti nè nelle grande librerie che su Internet.
La legge entrerà in vigore il 1 settembre 2011, con l’intento di tutelare soprattutto la piccola e media editoria e le librerie indipendenti, che attraverso essa trovano la possibilità concreta di tornare a competere sul mercato.
Nel frattempo la legge ha già suscitato un vivace dibattito, tra polemiche e approvazioni.
E’ stata accolta con grande favore da alcuni degli addetti ai lavori come il presidente dell’Associazione Italiana Editori Marco Polillo, che ha dichiarato – ” Esprimo grande soddisfazione per l’approvazione della Legge Levi che regolamenta finalmente gli sconti sulla vendita dei libri, frutto di un lungo dibattito che ha interessato tutti i soggetti, grandi e piccoli della filiera del libro: editori, librai e distributori.”
I paletti introdotti dalla legge di fatto fermano e impediscono ogni tendenza al ribasso dei prezzi dei libri che il libero mercato stava favorendo, anche grazie all’impatto che le librerie online hanno avuto su un mercato ancora troppo legato al passato.
Il ribasso dei prezzi poteva però rappresentare un buon “stratagemma”per la diffusione della cultura grazie ad un accesso più facile ed economico ai libri ma che si è preferito eliminare per tutelare gli editori. Questa è una delle preoccupazioni di coloro che non sostengono la legge che potrebbe diminuire ulteriormente il numero dei lettori in un Paese in cui rispetto agli altri paesi industrializzati e al resto d’Europa si legge davvero poco.
di Francesca D’Agrosa"
Tanta giungla dietro a tante altre cose da regolamentare e supervisionare, ed invece ci tagliano gli sconti sopra il 15% del prezzo di copertina.
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23/08/2011 11:46:28
non capiscono che non fare sconti significa vendere molto meno. per ora ci rimettono i lettori... a breve anche gli editori.
e` il solito meccanismo per tutelare il piu` forte e, come si vede, proviene anche da sinistra.
la stupidita` e` trasversale
BK
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23/08/2011 11:47:44
la mia ragazza, in questi giorni, sta comprando quintali di libri... ma proprio quintali
la legge e` detta anche anti-amazon
BK
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23/08/2011 11:55:19
ne facessero una così per i giocattoli sarei contento, invece il mercato è così libero che c`è chi ne approfitta e fa concorenza sleale...
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23/08/2011 13:00:34
Ai governanti attuali l`incultura fa molto comodo. Il numero di danni prodotto da questi """signori""" alla crescita culturale in Italia ormai è incalcolabile.
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23/08/2011 13:37:02
In tutta onestà io non credo che sia un idea così cattiva...non hanno detto che non devono fare sconti semplicemente c`è un limite e questo servirà semplicemente a riaprire la competizione commerciale che prima era fortemente abbattuta da alcuni con cifre folli (e tristi direi, vedere un libro così svenduto è si comodo ma anche triste). Questo comporterà secondo me ad un abbassamento di prezzi collettivo dalle case editrici visto che sarà l`unico modo per competere non potendo applicare grossi sconti su invenduti ecc..
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23/08/2011 14:08:10
esistono già le edizioni tascabili e quindi più economiche, se mi alzi il prezzo anche su quelle è la fine.Vorrà dire che passerò in libreria AR e da quella sotto casa per le letture più "veloci". come ha già scritto qualcuno, la stupidità è trasversale
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23/08/2011 15:38:35
si parla di sconti sul prezzo di copertina... è un po` diverso.
Il costo dei libri è una cosa, lo sconto sul costo di copertina è un altro.
In sostanza si sostiene che prima vi fosse un eccessiva svalutazione del libro che all`editore costava tot, voleva vendere a tot, ma poi arrivava amazon che tagliava (per far numero e giro di magazzino) all` 80% col il risultato di non far guadagnare nessuno se non se stessa con il giro di clienti (dicasi anche promo civetta).
Così, ipoteticamente, vorrebbero restaurare un po` un certo equilibrio. A me frega poco, anzi se mi scontavano parecchio ero contento, ma avrebbe una sua logica qualora un piccolo editore dovesse chiudere per un mancato giusto guadagno.
Ci sono solo due aspetti che non quadrano, secondo me. Ovvero il costo dei libri scolastici da sempre immotivatamente alto (per non parlare delle edizioni continuamente e falsamente nuove) e il nuovo approccio totalmente digitale, che per ora opera solo su riviste e poco più, ma che sempre più spesso favorisce ed accorcia la catena distributiva fino ad arrivare al singolo autore che diventa anche editore e venditore.
Cmq come dicevo si parla di sconto sul costo di copertina. Non di costo di copertina aumentato. Questa è come l`ho capta io.
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23/08/2011 17:00:35
calimero74 "Cmq come dicevo si parla di sconto sul costo di copertina. Non di costo di copertina aumentato" certo, e`cosi`.
mentre per devilman23 (parlando di edizioni economiche) "se mi alzi il prezzo anche su quelle è la fine." si parla di potenziale sconto che non va oltre (salvo alcune eccezioni) il 15% del prezzo di copertina, sia esso "deluxe", paperback e/o pocket ecc.ecc. Penso si potra`applicare senza distinzione.
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23/08/2011 17:01:15
ed oltre a non saper piu`leggere, non so neanche piu`scrivere e` LEVI e non ZEVI... ho fatto copia incolla con tutto l`errore del sito fonte!
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23/08/2011 17:27:56
Appunto Calimero, x questo per me l`idea non è poi così sbagliata...alla fine le cose cambieranno appunto solo per quei siti-negozi che applicano concorrenza "sleale" facendo sconti troppo alti..la situazione si equilibrerà e quindi poi per competere saranno direttamente le case di produzione a cercare di abbattere i costi di base. Almeno questa è la mia prima impressione ma dovrei leggere prima qualcosa nel web per capire bene l`iniziativa...
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23/08/2011 18:13:06
infatti ritengo che la frase: "Il ribasso dei prezzi poteva però rappresentare un buon “stratagemma”per la diffusione della cultura grazie ad un accesso più facile ed economico ai libri ma che si è preferito eliminare per tutelare gli editori. Questa è una delle preoccupazioni di coloro che non sostengono la legge che potrebbe diminuire ulteriormente il numero dei lettori in un Paese in cui rispetto agli altri paesi industrializzati e al resto d’Europa si legge davvero poco." della buon Francesca D’Agrosa una corbelleria di una certa misura.
Tanto più che non credo che il costo delle pubblicazioni (specialmente libri che si trovano facilmente in edizioni economiche) possa essere il motivo per cui leggiamo poco.
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23/08/2011 20:23:26
Prima di tutto c`è da sfatare una volta per sempre il falso mito che in Italia si legga poco.
Ciò che conta non è il numero dei lettori, ma la loro costanza.
Dieci persone che leggono oltre 20 libri all`anno contano molto di più di cento persone che ne leggano soltanto uno.
I primi sono i cosiddetti "lettori forti", ovvero quelli che leggono ALMENO UN LIBRO AL MESE (quindi io che ne leggo tre o quattro al mese sono un figo, ma questo lo sapevo già ! )
Inoltre c`è tutta un`enorme fetta di pubblico che legge solo i libri che vanno di moda in un certo periodo, da Dan Brown alla Meyer a Moccia. Non si sognerebbe mai di passare ai classici della letteratura, ma almeno legge.
Ancora, libri che normalmente sembrerebbero appartenere alla fascia d`età "ragazzi" vengono spesso letti ed apprezzati anche dagli adulti : è il caso di Harry Potter.
La legge citata fa bene a puntare il dito contro il Natale, perché questo è l`unico periodo dell`anno in cui anche chi normalmente non legge ("lo trovo noioso" è quello che sento dire più spesso) entra in libreria per comprare qualcosa da regalare a qualcuno (il libro è il classico regalo senza impegno, quando non hai voglia di spremerti le meningi).
Ancora, le Case Editrici - ad eccezione di mostri sacri i cui nomi sono noti a tutti, ma sono anche molto pochi, e una rondine non fa primavera - quando pubblicano un titolo, sia esso italiano o in traduzione, puntano semplicemente a non perderci troppo : raggiungere il pareggio di bilancio è già un grosso risultato, guadagnarci addirittura un evento molto raro e da festeggiare.
Una Casa Editrice infatti, supponendo un prezzo di copertina di 10, ne deve dare almeno 6 ai distributori, grossisti, ecc. , altri 2 a chi ha stampato le copie e con i 2 rimanenti deve pagare tutti i dipendenti. E naturalmente per gli autori rimangono le briciole.
In altre parole, non si diventa ricchi facendo gli editori. Non oggi, non in Italia. Forse alcuni decenni fa sì, ma c`era anche un`altra cultura del libro e soprattutto, all`interno delle Case Editrici, persone che non erano soltanto semplici professionisti (uno per tutti, Italo Calvino, mica Mario Rossi del Bar Sport).
Quello che invece è tristemente vero è che in Italia si pubblicano veramente troppi ma troppo titoli : i dati ufficiali affermano che ogni anno, in Italia, escono sul mercato SESSANTAMILA TITOLI SOLO DI NOVITA`.
E` ovvio che una tale invasione fa malissimo alla vita del singolo titolo, che rimane nelle librerie poche settimane, spesso meno di un mese, e passa dalle torri all`ingresso fino ai più remoti recessi degli scaffali per finire tra le rese e al macero, il tutto nel giro di pochi giorni.
Le Case Editrici poi, specie le solite note che hanno una propria catena di librerie, di fatto obbligano i librai a ordinare tot copie di un certo titolo, minacciando altrimenti ritorsioni di ogni tipo. Così il povero libraio si ritrova un casino di copie che quasi certamente rimarranno invendute.
Questo accade perché la Casa Editrice ha deciso d`ufficio che la tiratura di quel titolo deve essere di tot copie, senza consultarsi prima con i librai. Questo lo può fare una Casa Editrice grossa, che ha il coltello dalla parte del manico.
Una Casa Editrice di dimensioni medie invece si comporta meglio e prima di stampare la prima edizione sonda gli umori dei librai riguardo ad un certo titolo, calibrando il numero di copie stampate in base alle prenotazioni (spesso un filino di più, casomai capitasse la fortuna che il titolo vada subito a ruba e ne venga immediatamente richiesta una nuova fornitura). E lo fa perché le copie invendute che tornano indietro finiscono in magazzino, e anche a stare lì ferme costano ogni giorno una barca di soldi.
Il problema è dunque nella diffcile e farraginosa comunicazione tra tutti coloro che gravitano attorno ad un libro : dall`alto (la Casa Editrice), al mezzo (il grossista e il distributore), al basso (la libreria).
Ma ciò che incide davvero sul prezzo finale di copertina è il fatto che ormai i libri si trovano anche al di fuori delle librerie :
a molti di voi sarà infatti capitato di comprare un libro in un supermercato, o in un autogrill, o in edicola. In posti come questi i libri costano molto meno, ed ecco perché le librerie singole stanno sparendo, sostituite sempre di più dalle grandi catene.
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24/08/2011 00:22:54
Ciao a tutti, riporto di seguito le opinioni di due persone che conosco e che lavorano per grandi realtà editoriali(non so se posso citarle però) Una che si occupa della sistemazione dei punti vendita, mi dice che la legge é fatta per evitare che Amazon nei suoi due anni d`ingresso in un Paese polverizzi il mercato delle piccole librerie(e di alcuni editori, gli controbattevo);queste sono vincolate dai prezzi imposti dalle case, come spiegava MarcoFabio. L`altra persona in libreria mi conferma che i grandi distributori hanno scontistiche elevate ma per amor di lettura, consiglia di prender dove costa meno(facile, direte)conscia che il prezzo base in Italia é relativamente alto. Calimero, io uso questa scusa per limitarmi ai fumetti..
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24/08/2011 01:34:22
Guardate com`è curioso...(non prendetemi per pazza) ma sono affascinata... vi siete accorti come le opinioni sono cambiate dai primi commenti agli ultimi?? Quanto amo il confronto...
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24/08/2011 03:23:03
Ammirevole analisi di MarcoFabio, con due piccole osservazioni:
[*] Ci sarà da ridere a vedere se Amazon.it (sempre sia lodata) riuscirà a organizzare lo stesso meccanismo di vendita dell`usato che ha negli USA. Non so se l`avete mai provato, ma è normale trovarci titoli a 0, 5 cent + spese di spedizione (che però con Prime sono gratis). E siccome per definizione di settore un libro che viene messo in conto vendita dalla libreria A e passato alla libreria B (anche se la sola differenza è la ragione sociale) è "usato"...
[*] In tutta questa storia c`è ancora da capire come mai nel resto del mondo le edizioni elettroniche costano molto meno di quelle su carta (per forza: sono semplicemente lo stesso file che era già stato mandato in stampa, e l`unico costo di produzione è l`infrastruttura di vendita online - che spesso è in outsourcing) mentre qui da noi hanno lo stesso prezzo del cartaceo.
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24/08/2011 10:55:27
Beh, a naso mi viene da pensare che la legge abbia come obiettivo quello di regolamentare in maniera più equilibrata le vendite online con quelle via libreria...è chiaro che ben poche librerie possono competere con un servizio online che ti fa fino al 40% di sconto e ti spedisce pure gratuitamente se fai acquisti di importo superiore a 19 euro...il rischio di mettere in crisi il mercato delle librerie era a mio avviso reale...alla fine, comunque, ci rimettiamo noi lettori a cui tocca spendere di più
Che poi questa legge possa portare come conseguenza un disincentivare la lettura, sinceramente non lo credo...se uno non ha voglia di leggere libri, non lo fa per una questione di prezzo, non li legge semplicemente perchè leggere libri non lo interessa...se uno non è interessato alla lettura di un libro, non lo legge neanche se glielo regalano...triste, ma è così...
Di sicuro danneggia chi i libri li legge già in maniera continuativa...nel senso che avendo meno sconti e vista la crisi che colpisce le tasche di tutti, sicuramente acquisterà meno libri o si rivolgerà al mercato dell`usato...è un pò un gatto che si morder la coda...diminuiscono gli sconti e diminuiscono anche le copie vendute...mah !
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24/08/2011 12:15:55
Personalmente non amo la politica degli sconti folli. Preferisco un prezzo reale più basso.
Lo vedo nell`elettronica. I continui sotto costo, incentivano sicuramente l`acquisto di nuovi beni, ma alla fine il mercato si satura ed è necessario un aggiornamento sempre più precoce di nuovi prodotti (quasi sempre molto simili). Terminata la parabola, la gente si stufa e non ti compra più nulla perché sa bene che dopo neanche 3 mesi l`oggetto che ha non comprato, non vale più un piffero e quindi non può rivenderlo per acquistare quello nuovo. Se invece che il "sotto costo", "fuori tutto" ecc... facessero una politica di prezzo reale più basso, non drogherebbero il mercato, la gente non si troverebbe con prodotti svalutati appena uscita dal negozio e magari il giro, dopo un certo riassestamento, tornerebbe interessante...
Con i libri è certamente diverso, ma se mi abituo agli sconti immondi, non compro le edizioni economiche (che chiudono), non guadagna l`editore perché alla fine non ha margine... guadagnano solo i grandi distributori perché fanno zero magazzino e grossi movimenti (che poi è tutto da verificare).
Se invece impongo un taglio agli sconti, se il mercato non tira, obbligo ad un abbassamento del prezzo di copertina oppure incentivo la divulgazione di edizioni più economiche che poi alla fine della fiera presenteranno il medesimo contenuto informativo.
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24/08/2011 12:17:44
@ Tracian : grazie del complimento, mi fa piacere detto da te che se non ricordo male lavori proprio nel campo dell`editoria (non stai traducendo un manuale di sessuologia ?)...anzi, già che ci sei ti posso mandare il curriculum ?
Riguardo alle tue osservazioni :
[*] io non ho ancora acquistato da Amazon.it, ma l`ho fatto su IBS, e sono rimasto sorpreso dall`ottimo servizio di cui ho beneficiato : ho trovato dei titoli vecchissimi e che non pensavo mai più di riuscire ad avere (di uno dubitavo persino fosse stato tradotto in italiano), le recensioni dei lettori riguardo un certo libro sono molto utili (mi hanno fatto desistere ad esempio da un acquisto che avevo già deciso), la spedizione è stata rapidissima e l`imballaggio perfetto.
[*] l`editoria elettronica io personalmente la trovo scomoda : leggere un intero volume sullo schermo di una macchina, sia essa pc, E-Book Reader, I-Pad o chissà che altro, è stancante, provoca bruciore agli occhi e qualsiasi schermo è comunque troppo piccolo per apprezzare una pagina nella sua interezza ; l`unico vantaggio sarebbe forse la possibilità di intervenire sul testo, ad esempio per sottolineare passi o frasi che ci sono particolarmente piaciuti, e questo per chi come me ha un rispetto sacro per " l` oggetto-libro" e non si sognerebbe mai di scarabocchiarlo (spesso non lo facevo neanche sui libri di scuola...). Queste sono le ragioni fisiche, poi ci sono quelle psicologiche come il piacere di sfogliare le pagine, sentire il profumo della carta, perdersi nel disegno di copertina...ma qui si entra pienamente nel campo del personale.
Oggi si fa un gran parlare degli e-book, e sicuramente hanno più successo rispetto a quando furono presentati la prima volta alcuni anni fa, epoca in cui non se li filò nessuno. Ma esattamente come allora è del tutto fuori luogo dare già per morto il libro cartaceo. Qualcuno, forse Umberto Eco ma non sono sicuro, disse una volta che il libro è il prodotto tecnologico più duraturo che l`uomo abbia mai inventato, da 500 anni è sempre uguale.
L`e-book ha, secondo me, una sua logica non in mano al lettore comune, ma per chi appunto lavora per una Casa Editrice (un editor, un responsabile di collana...) : una Casa Editrice di dimensioni anche medio-piccole riceve non meno di un centinaio di manoscritti ALLA SETTIMANA, ed è quindi facile capire come il problema sia prima di tutto lo spazio e poi la gestione di questa mole immensa di materiale. Un professionista può sfruttare gli e-book facendosi inviare i manoscritti direttamente sul suo lettore, sul quale c`è spazio per centinaia e centinaia di essi, e rapidamente dare una lettura veloce a tutti quelli che arrivano : dopo tanti anni che si fa questo lavoro si capisce subito, fin dalle prime righe, se un manoscritto è valido e meritevole di pubblicazione, se non lo è basta premere "Elimina" e via, sparito senza alcun problema di smaltimento (e oltretutto si risparmia carta, che fa bene all`ambiente).
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24/08/2011 12:55:23
Gli e book, secondo me, ad oggi, sono utili come correzione bozze, diffusione documentale e poco più. Più interessante il discorso tablet, che se ben gestito, assorbirebbe gran parte del materiale d`intrattenimento quali riviste (io ormai quattoruote lo leggo lì) fumetti ecc...
I libri, secondo me, è difficile vederli morire a breve. Mentre è vero che probabilmente a livello di archiviazione assisteremo ad una sempre maggiore digitalizzazione e consultazione on line.
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24/08/2011 18:32:42
MarcoFabio, ricambio i ringraziamenti e la stima, ma temo proprio di non essere la persona giusta cui mandare curriculum. Se in questo periodo sto facendo editing invece che essere in vacanza è proprio perché la mia attività di scrittore, giornalista e traduttore è al suo minimo storico da 20 anni a questa parte. Semplicemente, per chi si occupa di editoria corrono tempi molto bui.
Questo è anche il motivo per cui nonostante tutto sono molto contrario a questa legge. Il mercato del 2011 ha leggi diverse da quelle del passato, e tutti i tentativi di mantenere uno status quo al quale possiamo essere affezionati ma che non è sostenibile è davvero da pazzi. Anche io adoro la carta stampata e trovo strano usare un ebook (ma quelli belli non stancano affatto gli occhi...), però così come non esistono più le agenzie viaggio o le fiere di aggiornamento bisognerebbe farsi una ragione del fatto che anche le librerie devono cambiare funzione. Ormai c`è il web, c`è il digitale, e resistere è un po` come ostinarsi ad andare in calesse mentre tutti girano in automobile - non perché si debba inseguire la tecnologia a tutti i costi, ma perché è più sensato sotto tutti gli aspetti.
A mio parere il problema grosso degli ebook è solo che la tecnologia non è ancora abbastanza raffinata per permettere una conversione efficace e veloce di ciò che è già stampato. Se però domani mi dessero un super-Kindle con il contenuto della mia libreria (e parliamo di parecchie migliaia di libri in tre lingue diverse) e funzioni di ricerca, annotazione, ecc... beh, credo rinuncerei volentieri al piacere di voltare le pagine.
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