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FORUM VINTAGE/Recensioni

 Recensione Transformers G1: Takara, Fight! Super Robot Lifeform. Recensione e discussioni

 |  Lista discussioni  | 
13/12/2014 14:56:25
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puffmarko (dal 18/01/06)
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Dopo due anni di successi straordinari ottenuti in ogni parte del mondo, nel 1986 Hasbro decise di trasmettere un carattere futuristico alla serie dei Transformers, svecchiando quasi totalmente la linea di robot transformabili che avevano le fattezze di veicoli e oggetti di uso quotidiano (ricordiamolo ancora una volta: si trattava di giocattoli usciti in Giappone tre anni prima e riutilizzati acquisendo la licenza di vendita da Takara).
Il progetto era ambizioso: a metà 1985 Hasbro aveva messo a punto una nuova strategia mirata a consolidare la sua supremazia nel mercato dei giocattoli per bambini; in quest`ottica commissionò a Takara la progettazione di giocattoli nuovi di zecca e si occupò inoltre della produzione di un film di animazione che doveva servire a giustificare, in qualche modo, il passaggio tra la prima serie ambientata negli anni 80 e la nuova serie, ambientata in uno scenario futuristico (cioè l`anno 2010).
Il film era un enorme e imponente spot per i nuovi giocattoli di prossima uscita e, dal punto di vista narrativo, presentava dei colpi di scena incredibili come l`uscita di scena di alcuni personaggi cardine delle prime "due stagioni".

Il film d`animazione, ovviamente, arrivò anche nelle sale giapponesi suscitando reazioni contrastanti.
La Takara, in occasione dell`uscita del "Transformers: The Movie", rilasciò sul mercato due bellissimi set a tema nella seconda metà del 1986 (ricordo che il film arrivò da loro con un leggero ritardo e molti dei robot della "terza stagione" erano già in vendita nei negozi).
I nomi di questi due set erano "Goodbye Convoy" e "Goodbye Megatron".
Come si evince già dal loro nome, era l`estremo saluto che la casa produttrice aveva pensato per i due amatissimi leader, che nel film d`animazione uscirono di scena, seppur in modi diversi. In questi due set io personalmente vedo anche una specie di omaggio e commiato che la Takara vuol fare verso le sue due vecchie gloriose linee di giocattoli, Car robot/Diaclone e Micro Change delle quali, in un certo senso, Optimus Prime/Battle Convoy e Megatron/MC-12 sono stati ambasciatori.

GOODBYE CONVOY
Contiene: 01 Optimus Prime /Convoy col suo rimorchio, 04 Red Alert e 07 Mirage.
I numeri prima dei nomi si riferiscono alla loro numerazione in scatola singola: anche sul retro della confezione, nelle tech spec, la numerazione è presente.
Da notare, sempre in tema di tech spec, che nel loro profilo è ben evidente la sigla "VS", che le rende davvero uniche, quasi come se questi due set evidenziassero una contrapposizione tra i due leader di fazione, collocando queste uscite come un proseguimento ideale della serie "Versus" di cui ho già parlato all`inizio della recensione.
La scatola è grandiosa, imponente, e sia sul flap superiore sia sul corpo del fronte scatola campeggia la scritta in lingua inglese che da il nome al set.
All`interno della scatola sono presenti tutti gli accessori e gli adesivi di tutti e tre i personaggi.
Le istruzioni sono separate, una per ogni robot; la peculiarità del set è la presenza di un esclusivo poster uscito esclusivamente in questa scatola: il poster rappresenta tutti gli Autobot/Cybertron usciti sul mercato sino a quel momento.
Un`altra peculiarità è che i vetri di Optimus Prime e della torre lancia missili che sta dentro il trailer sono di colore azzurro intenso; gli altri accessori sono injvece tutti quelli tipici delle uscite post-1984, ovvero missili neri, pugni e fucile "standard".
Mirage e Red Alert hanno i tipici marchi e le peculiarità delle loro versioni giapponesi uscite singolarmente: ad esempio, anche in questo set Mirage ha il termocangiante sull`alettone posteriore.
Molti potrebbero chiedersi come mai siano stati scelti proprio Red Alert e Mirage a tener compagnia a Optimus Prime in questo set; infatti nel film non si vede chiaramente una sequenza nella quale i due autobot cadono in battaglia, come invece è accaduto con Ironhide, Prowl o Ratchet, giusto per citarne alcuni.
Ebbene, la struttura del set consiste in un robot con rimorchio, una Lamborghini New Countach LP500S e una F-1 Ligier JS11.
Non vi ricorda qualcosa?
Lo schema è palesemente ripreso dal Powered Convoy DX giftset, uno degli ultimi set (forse l`ultimo in assoluto) uscito appena un anno prima per la linea Diaclone!
Con questa "citazione" del suo recente passato, Takara sembra voler strizzare un occhio ai fan storici delle sue linee di robot transformabili in veicoli, con uno sguardo ormai rivolto verso le uscite future.



13/12/2014 14:56:47
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puffmarko (dal 18/01/06)
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GOODBYE MEGATRON
La scatola si presenta meno spessa rispetto al GB Convoy giftset, ma non meno pesante!
Il set contiene il leader dei Decepticon/Destron e uno dei suoi più pericolosi guerrieri, il comandante Starscream.
Starscream contiene tutti i suoi accessori e, a parte qualche piccolo rinforzo sul cockpit, appare identico alla sua versione uscita in scatola singola sotto la numerazione 22.
Megatron presenta invece delle succose caratteristiche che lo rendono unico e appetibile per ogni collezionista.
Iniziamo osservando la box art: Megatron per la prima volta in Giappone appare in tutto il suo splendore nella grafica presa a piè pari delle scatole americane, ovvero con petto cromato e cannone a fusione in bella vista, ma con una differenza molto chiara: l`interno delle gambe è di colore blu, e non rosso come nei Megatron statunitensi! Si tratta quindi di una artwork inedita.
Aprendo la scatola ci si aspetta che il robot presenti le stesse caratteristiche... e invece NO! Nuovo colpo di scena!
Il Megatron che troverete dentro un "Goodbye Megatron" set, se al 100% originale (e non customizzato/riassemblato, deve avere queste caratteristiche:

-plastiche del petto e delle braccia di colore grigio opaco (come tutti i megatron giapponesi) e non cromato (come quelli americani e europei).
-interno di gambe e braccia di colore rosso (come il Megatron americano) e non blu (come tutti i Megatron giapponesi usciti fino a quel momento).
-attacco per il cannone a fusione sul braccio destro (come il Megatron americano)
-totale assenza di gambe modificate -come accade invece per il Megatron americano- per montare i componenti aggiuntivi, come il calcio del fucile.

Relativamente ai suoi accessori, infatti, nella scatola troviamo due telai di missili rossi, la sua spada cromata, il suo fucile laser e il suo cannone a fusione, l`unica vera "new entry" per quanto riguarda gli accessori del tiranno Decepticon.
Le sitruzioni di Megatron sono ovviamente diverse proprio per questa ragione, in quanto è presente una sezione che spiega come montare il cannone a fusione sul braccio.
Anche in questo set era presente un poster bellissimo ed esclusivo che ritraeva tutti i Decepticon usciti fino a quel momento.
13/12/2014 15:50:42
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gmatta (dal 27/04/11)
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Grazie Puff. io purtroppo posso contribuire nulla su tutto ciò, ma ti ringrazio perché adesso so, per esempio, che i microman derivano "alla lontana" da un`idea che si ispirata ai J.I. Joe; questa mi mancava.
Alla fine quindi, alcuni dei giocattoli più belli della storia, li dobbiamo ad un gemellaggio "culturale" tra Giappone e USA.

15/12/2014 15:46:46
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puffmarko (dal 18/01/06)
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Nel 1985 i Transformers invasero gli scaffali dei negozi giapponesi.
La Takara si occupò della vendita e della distribuzione dei "suoi" giocattoli, dopo aver ratificato un contratto con Hasbro.
Negli Stati Uniti, come sappiamo, gli Autobots uscirono in scatole abbastanza grandi dotate di vetrinetta di plastica trasparente, e i modellini stavano all`interno di bubble di plastica contenitivi per esaltarne l`effetto espositivo, reso ancora più bello dalla presenza di grafiche e disegni meravigliosi sulla confezione.
Originariamente questi giocattoli, provenienti dalla serie "Diaclone, Car-Robots", erano invece dentro scatole molto piccole e compatte.
La Takara distribuì i Transformers in Giappone utilizzando proprio lo stesso stile utilizzato con le vecchie "car-robots": le scatole erano molto piccole, ognuna aveva una numerazione progressiva, il logo "Transformers" e le scritte sulla scatola erano ovviamente interamente localizzati in lingua giapponese i robot stavano saldamente alloggiati dentro il polisterolo, nel quale trovavano posto anche gli accessori dei robot.
Rispetto alle loro antiche controparti diaclone, nei polisteroli delle Autobot giapponesi mancava il vano pilota.
Istruzioni e cataloghi (molto compatti anch`essi) erano invece alloggiati strategicamente dentro bustine di plastica trasparente alloggiate sotto il polisterolo.
Le auto presentavano alcune piccole differenze rispetto alle loro controparti americane, come adesivi termocangianti posizionati in modo differente (come Mirage o Sideswipe), stampi diversi, raramente potevano esserci vere e proprie erano proprio versioni "diaclone" con adesivi autobot (vedi Smokescreen).
Come già scritto, in un modo o nell`altro in Giappone erano disponibili tutte le macchine Autobots tranne Ironhide e Gears, uscito solo come model kit.
Il robot chiamato in occidente "Bumblejumper" (la Sedan gialla o rossa) non la considero nemmeno.
15/12/2014 15:47:32
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puffmarko (dal 18/01/06)
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Ratchet, Overdrive, Camshaft e Downshift uscirono in speciali scatole BIANCHE "mail away" con inedite box art dai contorni azzurri, tech spec con bio e grafico delle abilità nonché esclusive istruzioni in lingua giapponese.
Per scendere ancora più nel dettaglio, i tre omnibots appena citati uscirono originariamente in una scatola bianca, col loro nome stampato sopra in caratteri giapponesi: queste "prime versioni" avevano le istruzioni in inglese e le scatole mancavano di qualunque disegno o tech spec.
15/12/2014 15:48:14
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puffmarko (dal 18/01/06)
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Parliamo dei MINIBOT!
I minibot sono modelli di macchinette trasformabili in robot, usciti originariamente nel 1983 per la linea Micro Change della Takara.
Quando si creò la storia dei Transformers, Hasbro e Takara utilizzarono praticamente tutte queste automobiline e crearono anche nuovi modelli per rimpolpare le fila di questa "sottocategoria" di robot, più piccoli e anche più economici rispetto ai Transformers di dimensioni standard.
Tutti loro vennero scelti per rinfoltire le schiere degli eroici Autobot.
Nel 1985 in Giappone la Takara mise in vendita inizialmente solo cinque veicoli minibot, ognuno in una bellissima scatolina con polisterolo interno: si trattava di Bumblebee, Cliffjumper, Windcharger, Huffer e Brawn. Sul mercato collezionistico queste cinque scatoline rappresentano oggi una vera e propria chimera per molti collezionisti.
Nel 1986 la Takara mise in vendita i rimanenti minibots nel frattempo usciti in america; delle prime vecchie cinque uscite l`unico che fu ristampato fu solamente Bumblebee. Alla serie furono aggiunti:
Beachcomber (in scatola e in card giapponese)
Powerglide (in scatola e in card giapponese)
Seaspray (in scatola e in card giapponese)
Outback (soltanto in card giapponese)
Hubcap (soltanto in card giapponese)
Swerve (soltanto in card giapponese)
Pipes (soltanto in card giapponese)
Wheelie (soltanto in scatola giapponese)

Ognuno dei minibots dell`elenco aveva un numero identificativo univoco.

Per quanto riguarda Cosmos (il disco volante verde) e Warpath (il piccolo carroarmato magenta), la Takara li inviava solo come ordine postale e in blister americano, anche se alcuni collezionisti si ostinano a dire che questi due minibot non furono proprio commercializzati nemmeno sotto questa forma.

I minibots in card del 1986 erano venduti in speciali espositori al prezzo di 500 yen l`uno.
15/12/2014 15:53:46
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puffmarko (dal 18/01/06)
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Scusate, poco sopra ho scritto rinfoltire, ovviamente era INFOLTIRE
15/12/2014 18:21:16
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ConteDDracula (dal 23/01/04)
MODERATORE

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quell`espositore di minibots me ne avevano parlato. poesia
01/01/2015 22:44:14
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Destron79 (dal 19/02/12)
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Grande Puffmarko, una bellissima recensione sui Transformers dal punto di vista giapponese! Interessantissimo scoprire tutte queste differene e varianti, e naturalmente le scatole esclusive!

Spero che tu continui la recensione ed arrivi poi a parlare anche delle vere e proprie serie esclusive per il mercato nipponico, da Masterforce a Zone ed oltre
02/01/2015 13:41:28
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Juza85 (dal 31/01/11)
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Recensioni come questa, sia per qualità di scrittura che per competenza nella materia, stanno diventando merce sempre più rara.

Complimenti sentiti e buon anno.

08/01/2015 19:52:21
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firebolt (dal 01/10/09)
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Ricerca, ma sopratutto passione. Ecco cosa leggo quando Marco scrive una recensione.
Sicuramente tra le mie preferite.
25/01/2015 16:25:20
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themycia (dal 25/04/08)
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voto strapositivo..grazie puff
16/03/2016 07:00:01
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Alfino (dal 26/07/15)
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mitico Marco. Mi inchino alla tua conoscenza !
:-)


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