12/06/2014 02:55:05
Grazie.
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19/06/2014 02:22:20
La poesia contemporanea, al pari della società, è andata via via dimenticando il valore della parola, piegandola agli usi più svariati e allontanandosi dalla sua essenza fondamentale quale mezzo di comunicazione di sè. Circolano ovunque milioni di poesie, miliardi di versi, con i mezzi più disparati. Ma quale sia la qualità di tali scritti pare non avere importanza. C’è come l’ansia di scriversi addosso, di riversare fuori un mondo personale nella speranza che qualcuno ascolti, possibilmente senza giudicare.
La poesia non è un’accozzaglia di parole, né tantomeno si misura a peso. La poesia è comunicazione allo stato puro, è una lente d’ingrandimento che il poeta utilizza per evidenziare una realtà altrimenti ignorata o sottovalutata. Una realtà che, partendo da sé, si irradia inevitabilmente agli altri, nel gioco sempre giocato del comune sentire, del riconoscersi “una docile fibra dell’universo”.
Oggi, paradossalmente, con la parola non si comunica più. La si pronuncia, la si scrive per celare qualcosa, per attirare l’attenzione, per stupire, per offendere. La parola resta dov’è, non si carica di valori simbolici, non suggerisce, non vibra, non emoziona....è la poesia fallita, la quale non è poesia, e non è neanche quella buona prosa, che è tutta necessariamente poetica. Non è nulla di spiritualmente significativo
Oggi, nella società della comunicazione globale dove chi troppo dice nulla dice, sempre più spesso si avverte l’esigenza di una tregua dal chiacchiericcio, dalla cacofonia che esce dagli altoparlanti e dalla carta stampata, e dai libri di certi “poeti”.
“In un mondo in cui si parla e si scrive così tanto, lo scopo della poesia è diventato quello di ripristinare il silenzio, la capacità di tacere.”
Questa l’illuminante verita` alla quale Giuseppe Ungaretti giunse, praticando quell’arte del togliere che pare diventata un mestiere in disuso.
“Di questa poesia
mi resta
quel nulla
d’inesauribile segreto”
La tue non poesie, con tutto il rispetto sono puramente autobiografiche, non suscitano alcuna emozione nel lettore che non conosca te o i fatti a cui si riferiscono....pertanto non me ne volere, ma sei veramente lontano dal concetto di poesia. lo definirei un lavoro di mediocre introspezione autobiografica
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19/06/2014 02:23:43
La narrazione autobiografica evidenzia esplicitamente il suo potere curativo in quanto rappresenta un efficace strumento terapeutico, educativo e formativo utilizzabile con diverse tipologie d’utenza. L’esigenza dell’intimo racconto di sé scaturisce molte volte dal disagio e dalla sofferenza esistenziali e anche a livello psichico, che sfocia con l’aiuto della parola in una rielaborazione mentale medicamentosa rispetto al dolore interiore. Uno psichiatra americano, Polster, si è occupato della narrazione autobiografica e del racconto orale quale efficace strumento e veicolo emozionale utile per “scaricare l’energia accumulata” (Polster, 1988). Ogni individuo per recuperare l’equilibrio originario necessita di sublimare le emozioni intense quali il dolore, la rabbia, la paura, ma anche l’euforia per espellerle nell’ambiente esterno (esosistema) al fine di ricondurre il soggetto alla stasi iniziale, ossia allo stato omeostatico in cui si potevano evitare scompensi vivendo all’interno di un calibrato distacco emotivo. La narrazione del proprio percorso esistenziale anche all’interno di un processo di crescita concede di sfogare e sublimare stati d’animo, le emozioni, i sentimenti che spesso non è possibile esprimere, in quanto caratterizzati in semantiche negative e riprovevoli, come l’odio e l’invidia. Risulta dunque utile e necessario insistere sull’espressione dei propri sentimenti più intensi e profondi non solo per allentare la tensione, ma anche per riconoscere le proprie pulsioni e raggiungere una più intima consapevolezza ed accettazione della propria personalità. L’azione confortante arrecata dalla narrazione consiste nella potenzialità di esteriorizzare le difficoltà implicite (White, 1992) in una condizione liberatoria scaturita dall’espulsione simbolica dei fantasmi interiori, in quanto il racconto ingenera la necessaria presa di distanza, indispensabile all’accettazione e all’elaborazione dei vissuti dolorosi e problematici. In questo senso si verifica spesso nei racconti autobiografici l’uso della terza persona e la frequenza di analogie, metafore, eteronomi che costellano le narrazioni personali, come strategie per dualizzarsi e sdoppiarsi, divenendo altri da sé, proiettando simbolicamente il disagio e il dolore intimi e personali su figure vissute come sdoppiamento del narratore. Tanti racconti drammatici manifestano una spiccata qualità teatrale riconducibile nello specifico al processo proiettivo di distanziamento tramite la catarsi autobiografica, nella realizzazione di un equilibrio interiore benefico. L’aspetto lenitivo del raccontarsi non dipende dall’ambiente contestuale circostante, ma trae fonte diretta dall’autore stesso, in qualità di artefice ed attore, che agisce in modalità spontanee.
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19/06/2014 02:24:09
La dimensione narcisistica alimentata di continuo nello svelarsi del racconto, rivela nuovi interessi nei confronti della narrazione incentrata nel minimo particolare verso elementi precipuamente intrisi di egotismo narcisistico. Il racconto della personale storia di vita e del proprio sé, fa innamorare il suo protagonista di una passione positiva e generatrice del desiderio di approfondire la conoscenza interiore e introspettiva. La rinnovata attenzione finalizzata alla narrazione delle proprie istanze interiori, condurrà alla valorizzazione di aspetti, eventi, momenti ed emozioni prima dimenticati o trascurati tramite la valorizzazione delle capacità di emozionare stupire, incantare e affascinare verso i più reconditi meandri degli anfratti della psiche umana. Il racconto autobiografico rende infatti consapevoli del fascino insito nell’esistenza di ogni singola persona. L’emozione fatta scaturire dalla narrazione si svela quale valore prezioso per l’arricchimento del proprio animo intrasoggettivo come fonte di entusiasmo nuovo nei confronti dell’avvenire, in una fertile autocontemplazione (Galli) che si ripercuote sull’essere personale, presente e futuro, ampliando i canali conduttori e le vie di comunicazione, dello stupore, della meraviglia, della fascinazione interiore quale continua apicale indispensabile al desiderio di cambiare e di crescere per tutto l’arco dell’esistenza.
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19/06/2014 02:37:07
Ohhh finalmente. Mancavi tu all`appello. Grazie!!
Si hai ragione, non sono poesie, bensi` impressioni in versi.
non suscitano alcuna emozione nel lettore che non conosca te o i fatti a cui si riferiscono Vero. Ma ne ero conscio fin dall`inizio della stesura di questi componimenti...Mi va bene cosi`.
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19/06/2014 09:15:40
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19/06/2014 10:22:54
non suscitano alcuna emozione nel lettore che non conosca te o i fatti a cui si riferiscono
Frase pretenziosa, tanto vale dire allora allora che se non conosco Leopardi ed i suoi fatti personali non posso avere emozioni da `Il sabato del villaggio` ad esempio e così via.
Vabbé, quantomeno polemico come intervento, si vede che l`hai messa su qualcosa di personale.
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19/06/2014 15:26:23
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19/06/2014 15:31:53
Ah, giusto per ricordare:
Poesie, pensieri, rime disordinate su Giulio e su tutti coloro che, con pazienza e amore gli sono rimasti vicino. A loro devo gratitudine e tanto affetto. Inoltre, una dedica speciale anche a mio Nonno, fulgido esempio di professionalità e dedizione.
Tramite questa raccolta desidero solo che qualche lettore riesca a comprendere le mie emozioni, o perlomeno si sforzi, e, nonostante le avversità della vita, capisca che si può andare avanti. Sia chiaro: nessun compatimento. Forse, chi ha sofferto, chi ha pianto in passato, farà tesoro di tutte quelle lacrime versate.
Dimensione narcisistica si` ma anche tanta riconoscenza, amore e affetto verso chi tollera la suddetta dimensione. Insomma ho scritto queste impressioni non solo per me stesso ma anche per i miei amici-famiglia-affetti-amori...
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21/06/2014 06:15:14
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23/06/2014 12:11:04
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23/06/2014 13:12:47
Come da tua richiesta o cancellato quelli palesemente OT. Gli altri li lascio ?
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23/06/2014 13:21:22
Ohhhh, Fiat iustitia et pereat mundus Grazie
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23/06/2014 13:22:12
Lascia il resto cosi`!!!
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05/12/2014 04:40:30
Vabbé, quantomeno polemico come intervento, si vede che l`hai messa su qualcosa di personale.
Vero. Anche l`autore me lo ha confermato..
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