Chiude LucasArts, finisce un`era.
Portò i videogame a Hollywood
La Disney ha deciso che era una costola inutile del suo gruppo e ha mandato a casa tutti i dipendenti (150). Eccezion fatta per i primi splendidi dieci anni, la casa ha volentieri delegato occupandosi solo della supervisione e della pubblicazione dei viodeogiochi. Smettendo di essere fondamentale e quindi sacrificabile
di JAIME D`ALESSANDRO
Addio LucasArts, ha fatto la storia dei videogame
videogame FINISCE un`epoca, anche se in realtà la LucasArts aveva smesso da molto di cerare giochi di livello e da decenni non inventava nulla di nuovo. La notizia, in ogni caso, fa un certo effetto. La software house fondata da George Lucas prima come Lucasfilm Games nel 1982, poi diventata LucasArts dal 1990, è stata chiusa per volere della Walt Disney. E` stata uno dei primi ponti fra Hollywood e videogame. La multinazionale di Topolino però, da ottobre scorso proprietaria dell`impero del regista americano al prezzo di quattro miliardi di dollari, ha deciso che era una costola inutile. Stando a The Hollywood Reporter 150 persone sono state mandate a casa. E in tanti pensano che i nuovi progetti sui quali la casa di sviluppo stava lavorando, Star Wars 1313 e First Assault , ora finiranno nel dimenticatoio.
Il portavoce della Lucasfilm, Miles Perkins, ha rifiutato di commentare ufficialmente. Ma ha fatto sapere che il numero di dipendenti è più basso e che i due giochi per ora verranno in effetti sospesi. "Dopo aver valutato bene la nostra posizione sul mercato, abbiamo deciso di passare un modello basato sulle licenze", aveva dichiarato la stessa Lucas alla fine dell`anno scorso. E questo significa che intendeva fermare la creazione di giochi, sempre più costosi, lasciando ad altri gli oneri dello sviluppo. La LucasArts del resto, eccezion fatta per i primi splendidi dieci anni, ha volentieri delegato occupandosi solo della supervisione e della pubblicazione. E` stato così per la serie di X-Wing e per i videogame di ruolo di massa Star Wars Galaxies del 2003 e il più recente The Old Republic, opera di quella BioWare che aveva anche costruito uno dei titoli più belli legati all`universo di Guerre Stellari: Knights of the Old Republic. Senza dimenticare la saga di Lego Star Wars del 2005.
La grande LucasArts a quei tempi già non c`era più. Non a caso la si ricorda con nostalgia per le avventure grafiche lanciate a partire dalla metà degli anni Ottanta. Videogame surreali, venati di ironia, che vanno da Maniac Mansion del 1987 a Zak McKracken dell`anno successivo, fino alla saga di Monkey Island e a Grim Fandango del 1998. Dieci anni di passione e di innovazione che tanto, o meglio tutto, devono a due game designer di talento come Ron Gilbert e Tim Schafer. Il primo era andato via già nel `92, il secondo invece lasciò nel 2000.
Quando incontrammo Schafer proprio alla LucasArts nel 1999, era stupito dell`interesse che avevamo per il suo Grim Fandango. Quell`avventura noir, con protagonista Manuel "Manny" Calavera, un agente di viaggi del Dipartimento della Morte che accompagnava le anime nell`aldilà, era un vero capolavoro di eleganza digitale. Tanto nelle ambientazioni anni Trenta, quanto nel mettere in scena un mondo sudamericano fatto di scheletri in viaggio pieni di umanità. Ma a Schafer avevano tagliato i fondi per il suo nuovo progetto, perché alla LucasArts non credevano più i quei videogame, e lui era ormai un pesce four d`acqua. Da allora di cose importanti quella software house non ne ha più fatte. Anzi, ha faticato sempre più a trovare una sua dimensione in un settore che stava, paradossalmente, diventando così simile a quello del cinema. E a forza di outsourcing, ha smesso di essere fondamentale diventando sacrificabile.